Progetto di raccolta di pile esaurite


Pile usate, la raccolta è negli stabilimenti


Stefano Gazzoli, presidente del Consorzio Riviera Toscana, lo definisce un «segnale importante». Un passo nella direzione di un turismo ecosostenibili e di una imprenditoria più consapevole.

Il segnale è un accordo che Riviera Toscana, appunto, sigla con Cobat (Consorzio romano su raccolta e trattamento di accumulatori, pile, peneumatici): in 200 stabilimenti, da Marina di Pisa a Marina di Carrara (90 nel comune di Massa), arrivano le colonnine per le pile usate. Pile di ogni tipo finiranno nel raccoglitore e da lì ai punti di stoccaggio, quindi saranno prelevate dagli addetti di Cobat per lo smaltimento. I bagni del litorale saranno mappati e finiranno nella rete telematica che indica i luoghi di raccolta delle pile.

«È un accordo importante - commenta Gazzoli - un segnale di tutela del nostro territorio, nel rispetto dello statuto del Consorzio Riviera Toscana che ha dedicato un punto proprio alla valorizzazione del turismo ecosostenibile». 

Perché - i balneari lo fanno capire - la volontà è quella di dare l’idea ai cittadini - e all’amministrazione - che l’imprenditoria del mare è cambiata: è sul territorio, tutto l’anno e dà - e vuole dare - un suo contributo.

Gazzoli chiarisce il concetto: «Ci siamo e cerchiamo di essere operativi. Lo facciamo con iniziative nel segno della promozione. Garantiamo pieno sostegno a qualsiasi evento sia programmato sul litorale, siamo disponibili a farci carico della cura del verde. Il nostro impegno è massimo - puntualizza - anche sul fronte della raccolta differenziata. Lavoriamo - e conclude il quadro -con le università e le scuole cittadine. Siamo - e tira le somme - nel territorio, ci mettiamo a disposizione dell’amministrazione e della collettività».